XXVIII Premio Abbiati – vincitori stagione 2008
Riunione Milano, 27 aprile 2009
La commissione della 28a edizione del Premio “Abbiati” (Danilo Boaretto, Franca Cella, Franco Chieco, Andrea Estero, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giorgio Gualerzi, Giancarlo Landini, Mauro Mariani, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, Giangiorgio Satragni) ospite degli Amici della Scala, anche sulla base delle segnalazioni scritte dei colleghi dell’Associazione, ha scelto i vincitori 2008.
Per la determinata e coinvolgente lettura unitaria che dava voce a ogni richiamo della stratificata partitura; integrandosi e integrando l’esigente spettacolo che dall’interpretazione letterale di immediata e forte comunicativa del libretto, e da pochi simboli carichi di forza espressiva, traeva un’evidenza ai temi corali portanti dell’opera – speranza e libertà – e un risalto tutto al presente, venato di razionale e lucido pessimismo al finale.
Per la compiuta maturità interpretativa, l’ampiezza e la curiosità del repertorio nel quale ha offerto esiti rimarchevoli attraverso un’intensa attività stagionale manifestata nella Clemenza di Tito di Mozart, attenta alla prassi esecutiva classica, nella contemporanea Phaedra di Henze, in Ermione di Rossini e nel raro Vampyr di Marschner.
Per il senso della bellezza e insieme di felicità musicale che questo oramai glorioso complesso sa suscitare; per la misura preziosa nel dar vita alla conversazione quartettistica con naturalezza di eloquio nel fluire di uno stesso suono tra le singole voci senza che ognuna, partecipe di questa unità, ceda il proprio carattere; per la coerenza fonica e avvolgente morbidezza, frutto di speciale convergenza d’intenti tra i quattro musicisti.
Raffinato e versatile, ha imposto la duttile voce di basso-baritono e gli accenti incisivi nel repertorio barocco, segnalandosi nel ritrovato Motezuma di Vivaldi per poi offrire una rilevante interpretazione, commossa ed espressiva, del Prigioniero di Dallapiccola (Milano, Teatro alla Scala), in cui la declamazione cantata era riflesso teatrale del significato della parola.
Per la capacità di coniugare la divulgazione dei repertori antichi e barocchi europei con la valorizzazione del patrimonio musicale estense (in particolare quello delle Raccolte Ducali) in una programmazione oramai decennale affidata a complessi di ricercata autorevolezza, inquadrata in un contesto interdisciplinare e diffusa capillarmente nel territorio.
Una delle partiture maggiori d’autore per la tesa essenzialità della scrittura, per il magistrale uso anche in senso drammaturgico dell’insolito organico, e per l’intenso rapporto della musica col pregevole testo poetico di Christian Lehnert.
Per l’originalità e il pregio della riscoperta, restituita in pieno splendore strumentale e vocale, di un lavoro di Haydn legato al mondo di fiaba di cui lo spettacolo della Compagnia Carlo Colla e Figli faceva riassaporare intatta la magia: con le tenere e più che umane marionette della centenaria tradizione di famiglia, divenute esemplari paladine della diffusione dell’opera per bambini, e per adulti in cerca di titoli ed emozioni rare.
Per il Giocatore di Prokofiev (Teatro alla Scala), dove grazie all’eccellente compagnia di canto e alla direzione, i meriti musicali apparivano inseparabili da quelli teatrali, per l’intensissima evidenza della recitazione e della caratterizzazione individuale; per l’idea di collocare l’azione ai nostri giorni in un hotel svelato all’interno con spostamenti laterali dell’impianto scenico: soluzione di rara efficacia e suggestione, che rendeva evidente la sostanza di chiusura claustrofobica dell’opera.
Forte di una voce di grande bellezza, sorretta da tecnica completa e approfondita, s’è confermata soprano capace di interpretare con vibrante carattere i personaggi della Giovane Scuola e del Primo Novecento italiano, come Tosca, Adriana, Francesca da Rimini, e di affrontare Norma riportando sempre il belcanto alle ragioni del dramma senza nulla concedere all’edonismo e al mero sfoggio di bravura
Nel decennale di attività incentrata sulla MusicoTerapia Orchestrale dedicata a bambini, ragazzi e adulti con problemi psichici e mentali gravi o con disagi sociali e familiari. Durante il percorso, quasi un centinaio di ragazzi, inseriti nell’orchestra sinfonica Esagramma, suonano accanto a insegnanti del Centro e a musicisti professionisti programmi basati su specifiche rielaborazioni/trascrizioni dal grande repertorio.
Artista pacato e tenace, punto di forza delle istituzioni dove è Maestro e anima del Coro, nel quale si riconoscono i principi di fede nella musica e nella civiltà musicale, la nobile concretezza del costruire, la passione esecutiva.