XXVII Premio Abbiati – vincitori stagione 2007
Riunione Milano, 22 aprile 2008
La commissione della 27a edizione del Premio “Abbiati” (Danilo Boaretto, Franca Cella, Franco Chieco, Andrea Estero, Angelo Foletto, Dino Foresio, Giancarlo Landini, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi, Giangiorgio Satragni) ospite degli Amici della Scala, anche sulla base delle segnalazioni scritte dei colleghi dell’Associazione, ha scelto i vincitori 2007.
Per l’eccezionale coerenza dell’intero progetto interpretativo che poggiava sull’ardente e rivelatrice lettura musicale di Daniel Barenboim, riverberata in modo categorico e struggente nella messa in scena di Patrice Chereau (scene di Richard Peduzzi, costumi di Moidele Bickel, luci di Bertrand Couderc), attraverso movimenti d’assieme e gesti drammatici minuziosamente costruiti sui personaggi, e ben interpretati dalla compagnia di canto.
Composta dalle migliori nuove leve dei Conservatori italiani, dopo il primo triennio di formazione sotto la guida di Riccardo Muti, per i notevoli risultati che ne hanno fatto un organico di eccellenza riconosciuto in Italia e all’estero, in particolare con la residenza al Festival di Pentecoste a Salisburgo.
Per l’originalità e la brillantezza con cui ha ricreato in palcoscenico (bozzetti di Paolo Fantin, costumi di Carla Teti) La gazza ladra al Rossini Opera Festival di Pesaro, e risolto il problema posto dall’ibrida configurazione di ‘genere’ dell’opera, inventando una macchina scenico-teatrale in grado di restituire allo spettacolo la dimensione fantasiosa e sofisticata tipicamente rossiniana.
Uno dei rari violinisti col dono di trascendere la dimensione strumentale, liberandola dall’ostentazione di certe maniere legate alla migliore tradizione e filtrando quella pressione del virtuosismo, che pur possiede in maniera indiscussa, per decantare il discorso in pura evocazione sonora.
Complesso amatoriale attivo dal 2005 all’Auditorium di Milano su progetto dell’Orchestra sinfonica Giuseppe Verdi; nato per dare la possibilità a musicisti non professionisti ma di buona formazione e grande passione riuniti settimanalmente, di suonare insieme sotto la guida di specifici maestri preparatori, di vivere, eseguendolo anche in pubblico, il grande repertorio sinfonico.
Che ha affrontato il testo di Sofocle con immediata efficacia teatrale, un linguaggio nitido e controllato, e tratti vocali riconoscibili, attuando in orchestra l’“atmosfera al tempo stesso arcaica e contemporanea” voluta dall’autore; di pari qualità lo spettacolo di Mario Martone e Sergio Tremonti, la direzione di Michael Tabachnik e la compagnia di canto.
Per la straordinaria intensità con cui si è accostato a Traviata (Parma, Festival Verdi), ricreando l’opera con visionaria pressione emotiva pur nella linearità dell’eloquio sinfonico: una lettura di rara unicità grazie a quel modo personalissimo di trarre dal tessuto musicale un flusso emozionale decantato da ogni compromesso e irresistibilmente insinuante, come se la musica nascesse dal nulla.
Carlus Padrissa, Frac Aleu, Roland Olbeter, Peter van Traet, Chu Uroz, per la scenografia avveniristica, visionaria, ipertecnologica, che avvince con la perfezione degli effetti speciali di gusto moderno, imponendo tuttavia una lettura classica. Concretizzando nella mobilità incessante del palcoscenico, nei video sofisticati, nei costumi vicini al mondo dei cartoon, nelle macchine surreali usate nei primi due titoli del Ring (Maggio Musicale Fiorentino) un Wagner in equilibrio tra fantascienza e poesia
Voce di schietto soprano lirico, capace di affrontare e risolvere con credibilità anche parti dalla vocalità più intensa, ha maturato una personalità artistica complessa e duttile e ha cantato con sicurezza un vasto repertorio tra cui Traviata, rendendo con viva partecipazione la protagonista, e Rusalka, restituendo con raffinata sensibilità il mondo emotivo di Dvorak e il suo intenso lirismo.