I Premio Abbiati

VI Abbiati del disco – vincitori 2024

Riunione digitale, 11 settembre 2024

La giuria del Premio “Abbiati” del disco (Marco Bizzarini, Alessandro Cammarano, Attilio Cantore, Andrea Estero, Angelo Foletto -presidente della giuria-, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Carla Moreni, Roberta Pedrotti, Paolo Petazzi, Alessandro Rigolli e Mirko Schipilliti) dopo aver valutato le segnalazioni pervenute dai soci dell’Associazione Nazionale Critici Musicali, ha indicato come vincitori i seguenti titoli discografici editi nel 2023-2024.

Repertorio operistico:

Henry Purcell, Dido and Aeneas
Spence, Barron, Brook, Semenzato – La nuova musica, David Bates –
PENTATONE

Valutando la blasonata durée discografica del capolavoro di Purcell, la memorabilità di una nuova incisione, ragguardevole già nella resa tecnica, è motivo di interesse e vanto. David Bates, alla testa de La Nuova Musica, schiera un cast vocale eccellente. Vengono distillate attenzioni e intenzioni raffinate alla partitura, supportate da una florida – e sempre rispettosa – ricolorazione del basso continuo, capace d’illuminare l’ampia gamma di affetti, ogni volta con squisito senso del teatro.

 Leos Janáček, Katya Kabanova
Majeski, O’Neill, Dalayman, Staples, Kožená – London Symphony Orchestra, Sir Simon Rattle
LSO 2024

Il progetto di registrazione delle opere di Janáček condotto da Simon Rattle con la London Symphony Orchestra vede in Káťa Kabanová un raro esempio di come si possa restituire la narrazione e la drammaturgia insita nel teatro d’opera anche senza la messa in scena, restituendone contorni, spazi, relazioni e simboli sotto forma di un dettagliato chiaroscuro di tessiture, timbri e gestualità sonore.

Repertorio sinfonico:

Shostakovich, Sinfonie nn. 2-3-12-13
Boston Symphony Orchestra, Andris Nelsons
DGG

La conclusione della registrazione dell’integrale delle sinfonie di Šostakóvič dirette da Andris Nelsons, avviata nel 2015, rilegge un complesso percorso storico, proiettandolo in una dimensione moderna grazie a un approccio analitico non solo formale ma anche timbrico e strumentale di estrema varietà e profondità. Si accendono così nuove e inattese luci fuori da ogni retorica su pagine di repertorio che riacquistano un’identità innovativa nella storia del linguaggio sinfonico.

 
Johannes Brahms, Concerto per violino / Ferruccio Busoni, Concerto per violino,
Francesca Dego, BBC Symphony Orchestra, Dalia Stasevska
CHANDOS

Francesca Dego omaggia Ferruccio Busoni nel centenario della scomparsa con un disco nel quale affianca il suo Concerto, raro d’ascolto anche discografico, all’omologo celebre di Johannes Brahms. Due pagine legate da ideali rimandi e che Dego restituisce con brillante espressività attraverso il suono solido e limpido del suo strumento, ben assecondata dall’impasto orchestrale espresso dalla BBC Symphony Orchestra diretta con efficace fluidità da Dalia Stasevska.

Musica d’insieme:

Erich Wolfgang Korngold, Quartetto n.1 op.16, Quintetto op.15
Alma Quartet, Severin von Eckardstein
CHALLENGE RECORDS

Procede l’esplorazione del rigoglioso universo cameristico del compositore austriaco da parte dell’Alma Quartet (che festeggia dieci anni di brillante attività), affiancato qui dal pianista tedesco Severin von Eckardstein. Incisione capace con estrema raffinatezza di esaltare del Primo Quartetto e del Quintetto per pianoforte e archi melodiosità avvolgente, impulso ritmico affilato, chiaroscuri vibranti, ammaliante lirismo e virtuosismo luminoso: un’interpretazione appassionata per un ascolto fortemente empatico della musica.

 Dietrich Buxtehude, Salvator Mundi
Ensemble Ricercar, Philippe Pierlot
MIRARE 

Attraverso interpretazioni curate e levigate da decenni di approfondimento – come questa antologia di cantate sacre – il Ricercar Consort guidato da Philippe Pierlot dona agli ascoltatori occasioni di stupore e commozione, contribuendo a spostare la figura di Buxtehude dal rango di anticipatore di altri classici alla posizione sommitale che gli spetta nel panorama Barocco.
 

Repertorio solistico:

Donizetti, Rossini, Respighi, Wagner, Monologues
Anna Bonitatibus, Adele D’Aronzo
PROSPERO CLASSICAL

A Monologues, in cui il mezzosoprano Anna Bonitatibus e la pianista Adele D’Aronzo costruiscono un prezioso percorso. Figure femminili storiche o mitiche vengono evocate e prendono voce nelle diverse sfaccettature poetiche della musica da camera da Zingarelli a Respighi, con alcune ricercate rarità.

Wagner, ‘Famous Opera Scenes’
Nikolai Lugansky pianoforte
HARMONIA MUNDI

Attraverso un lavoro personalissimo, con Wagner, Famous Opera Scenes Nikolaj Luganskij scrive una pagina nuova nell’ambito della trascrizione pianistica, rendendo all’ascolto un Wagner caleidoscopico nei colori, vivace nel fraseggio ed al contempo profondamente meditato nelle dinamiche e nelle scelte di metronomo; il tutto in una registrazione perfettamente spaziata, luminosa ed equilibrata.

Nuova musica:

Milica Djordjević, Mit o Ptici, Cvor, Quicksilver. Mali svitac
Symphonieorchester Des Bayerischen Rundfunks, Kalitzke / Rundel / Ward
BR-KLASSIK MUSICAVIVA

Il cd riunisce quattro lavori sinfonici della serba Milica Djordjević (1984). Grande fantasia sonora, forte energia, varietà e raffinatezza di scrittura li caratterizzano. In Mali svitac,… il più recente, il lungo titolo serbo parla della bellezza di una lucciola e la musica, concisa, si ispira all’energia che dà luce. Čvor (nodo, groviglio) evoca una staticità carica di tensione fino all’esplosione finale. In Mit o ptici (Mito dell’uccello) il coro intona la versione ridotta di un racconto di Miroslav Antić.
 
Bára Gísladóttir, Orchestral Works
Orchestra Sinfonica Islandese, Eva Ollikainen
DA CAPO

Compositrice e contrabbassista islandese, Bára Gísladóttir (1989) tratta gli strumenti e gli ensemble come organismi viventi. In questo cd, ultimo di una già ricca discografia, è l’orchestra ad emettere soffi e suoni gassosi in VAPE; a ruggire come una bestia inferocita ed eruttare masse laviche in COR, per un organico monco di violini, viole e violoncelli; a risuonare, in Hringla, come un corpo tormentato, ondeggiante, attraversato dai fendenti di un contrabbasso solista, suonato dalla stessa compositrice. Sbalorditivo l’impatto sonoro dell’Orchestra Sinfonica Islandese diretta da Eva Ollikainen.

Premio speciale:

Gustav Mahler, The Wunderhorn World
Ensemble Progetto Pierrot, Alessandro Maria Carnelli
DA VINCI

Il titolo (e la copertina) dicono tutto. L’ideazione ed esecuzione di Carnelli disegna un itinerario per pochi strumenti, in organico da salon austriaco (pianoforte, flauto, clarinetto, violino, viola, violoncello). Riuniti in una sorta di suite sospesa tra echi antichi e modernità, i compositori accostati evocano quanto il mondo fiabesco e visionario del Corno magico del fanciullo abbia segnato l’immaginazione musicale del tempo. L’interpretazione scarna e pungente rende vividi gli indizi poetici che uniscono musiche e autori.

Schoenberg, Hindemith, Berg, Chausson, “Infinite Voyage”
Quartetto Emerson, Barbara Hannigan, Bertrand Chamayou
ALPHA

Nel cd che segna il congedo del Quartetto Emerson dopo 47 anni di carriera, l’aspetto più attraente è l’incontro col soprano canadese Barbara Hannigan nel secondo Quartetto op. 10 di Schönberg, nei cui ultimi due tempi ai quattro archi si aggiunge la voce che intona testi di Stefan George.
La visione dell’ultimo, Entrückung (Rapimento), schiude una sorta di viaggio nello spazio. Il titolo del cd, Infinite voyage, nasce da qui. A Schönberg è accostata la bella Chanson perpetuelle di Chausson, con l’ottimo Chamayou al pianoforte e Melancholie di Hindemith. Molto pertinente è la presenza del Quartetto op. 3 di Berg.

Ettore Bonelli, Musica da camera
Giuliano Fontanella/Tania Salinaro, Alessandro Curri/Giovanni Dal Missier
TACTUS

Il progetto dedicato al violinista, didatta e compositore veneziano Ettore Bonelli (1900-1986) offre un impegnativo contributo allo studio e alla diffusione della musica strumentale italiana del primo Novecento in disco e con la pubblicazione di inediti, approfondendo le origini di un difficile periodo storico. Attraverso brani nati tra il 1935 e il 1945, eseguiti con profonda finezza e autorevolezza tecnica, gli interpreti danno vita a pluralità stilistiche, ed evidenziano l’importanza della scuola violinistica italiana del secolo scorso di cui Bonelli fu illustre riferimento per generazioni di professionisti.