XXXIII Premio Abbiati . vincitori stagione 2013
Riunione Milano, 26 marzo 2014
La commissione della 33esima edizione del Premio “Abbiati” (Alessandro Cammarano, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Giancarlo Landini, Patrizia Luppi, Gianluigi Mattietti, Gian Paolo Minardi, Carla Moreni, Alessandro Mormile, Paolo Petazzi), anche sulla base delle segnalazioni scritte dei colleghi, ha designato i vincitori 2013.
Per l’originale connubio tra edificio teatrale e opera inventato da Graham Vick, che specchiava nel Massimo di Palermo il visionario mondo wagneriano. Con eloquio diretto e profondo umanesimo, condiviso dai movimenti mimici di Ron Howell, dai costumi di Richard Hudson e dalle luci di Giuseppe Di Iorio, su una lettura analitica e stringata del direttore Pietari Inkinen e con la magnetica interazione della compagnia di canto capeggiata dal Wotan di Franz Hawlata.
Per l’eccellenza delle esibizioni italiane del giovane pianista russo portato alla ribalta internazionale dalla vittoria al Concorso “ Caikovskij” di Mosca e al “Rubinstein” di Tel Aviv. Di grande qualità, il suo pianismo si muove come sospinto da una intrinseca naturalezza, penetrata come organicamente nell’eloquenza del suono, così da vanificare ogni determinazione troppo affiorante, men che meno effettistica.
Per aver dato voce, attraverso una sottile indagine gestuale, alla protagonista muta del grand-opéra di Auber, facendo crescere intorno a lei i drammatici affreschi delle danze e il monumentale coro finale col passo epico del popolo sconfitto: singolo o tutti; scolpiti con tecnica personale, minuziosa, emotivamente sempre vibrante.
Voce purissima di soprano lirico, dal timbro privilegiato e da colori preziosi, dalla tecnica completa, si è inserita autorevolmente nella grande tradizione italiana, in un repertorio che comprende personaggi diversi per vocalità e temperamento, da Elvira dei Puritani a Liù di Turandot. Nel 2013 ha dato un incisivo contributo all’interpretazione della produzione verdiana dagli Anni di Galera con I Masnadieri alla Fenice e Oberto conte di San Bonifacio alla Scala, a quella della maturità, con Otello a Palazzo Ducale di Venezia e al Carlo Felice.
In questa trilogia, dedicata ai funerali dei tre anarchici che attentarono alla vita di Umberto I, il compositore tratta il tema della protesta civile in una dimensione sonora e teatrale di grande impatto all’ascolto, dove convivono violenza e festa carnevalesca, atmosfere drammatiche e grottesche, una scrittura corale ieratica e avvolgente, insieme a componenti gestuali e rumoristiche dal gusto iconoclasta.
Per la ricerca, lo studio musicologico e l’esecuzione della produzione vocale e strumentale di un periodo storico ben delimitato in un’area geografica circoscritta, e per l’articolata attività culturale e concertistica che conduce alla riscoperta di autori poco noti, spesso maestri o ispiratori di figure di riferimento del panorama romantico non solo francese.
Giunto alla terza edizione, Play it! (nel senso di “Suonalo!” e “Suona Italia!”) ha impegnato l’Orchestra Regionale Toscana in una serie di concerti che in quattro giorni proponevano lavori di autori italiani di diverse generazioni e poetiche di oggi, offrendo uno spazio prezioso a questo repertorio in un paese che con la maggior parte delle istituzioni tende a ignorare i compositori viventi.
Per un’interpretazione del ciclo completo che recava l’ampiezza di respiro degli sconfinati orizzonti wagneriani senza tralasciare la perfetta rifinitura di ogni dettaglio lessicale; per la definizione di un suono potente e agile allo stesso tempo; per la capacità di restituire l’unità di concezione del Ring e di tradurla nelle sue innumerevoli sfaccettature drammatiche; per la profondità di penetrazione nell’universo wagneriano maturata lungo decenni di militanza intelligente e appassionata.
Per la capacità dimostrata dal team creativo della Tetralogia, presentata in unica soluzione, di superare il realismo rappresentativo e parlare con immagini astratte ma coerenti e evocatrici. Il riuscito connubio di elementi scenici, videografici e luministici, perennemente trascoloranti e simbolicamente allusivi, restituiva al quadro visivo compattezza scenico-musicale e potenza metaforica, in rara sintonia con le utopie d’autore.
Tenore che, nel segno della tradizione di scuola italiana, affronta felicemente il repertorio dell’opera romantica. Voce di timbro luminoso e ricca di colori, ha donato espressività commossa all’anima sentimentale di Nemorino nell’”Elisir d’amore” (Verona e Torino) e i giusti accenti lirici ad alcune parti verdiane, come Jacopo Foscari nei “Due Foscari” e il ruolo del titolo di Ernani (Roma), Alfredo nella “Traviata” (Genova e Verona) e Riccardo in “Un ballo in maschera” (Parma e Santa Cecilia a Roma).
Fabrizio Zoffoli, Giacomo Coletti, violini – Margherita Di Giovanni, viola – Alessandra Cefaliello, violoncello.
Giornata di educazione musicale permanente offerta alla città e al territorio attraverso una serie di iniziative eterogenee dal vivo (tra cui un adattamento di “Gianni Schicchi” di Puccini rivolto alle scuole) che ha coinvolto istituzioni e luoghi nella prospettiva di rinnovare il pubblico, contribuire alla diffusione della cultura, della musica e del teatro musicale considerati strumento attivo di aggregazione e convivenza civile.