XVIII Premio Abbiati – vincitori stagione 1997-98
Riunione Milano, 22 marzo 1999
La giuria della 18a edizione del Premio “Abbiati” riunita sotto la presidenza di Angelo Foletto (ne facevano parte Guido Barbieri, Franca Cella, Franco Chieco, Sandro Cappelletto, Duilio Courir, Paolo Gallarati, Enrico Girardi, Giorgio Gualerzi, Gian Paolo Minardi, Paolo Petazzi, Leonardo Pinzauti, Rubens Tedeschi, Claudio Tempo e Michelangelo Zurletti), tenuto conto delle segnalazioni scritte dei soci dell’Associazione, ha designato i vincitori della stagione 1997-1998.
Con l’avvincente direzione di Semyon Bychkov e l’accesa interpretazione drammatica di Lev Dodin, su scene di David Borovskij.
Per i concerti bramhsiani di Firenze e l’emozionante esecuzione della Messa di Requiem di Verdi a Torino, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Per le fantasiose costruzioni e le originali reinvenzioni sceniche della Cenerentola di Rossini (Rof, Pesaro) e dell’Orfeo di Monteverdi (Firenze, Teatro Goldoni).
Autorevole protagonista del Dom Sébastien (Bergamo, Teatro Donizetti; Bologna, Teatro Comunale) e di altri titoli donizettiani.
Per l’ammirevole lezione di impegno professionale e di versatilità esecutiva offerta nei variegati concerti italiani.
In prima riproposta moderna, lungimirante e meritorio esempio di collaborazione artistica tra teatri e istituzioni italiane (Comunale di Bologna e Celebrazioni donizettiane di Bergamo).
Approdo importante di un musicista da sempre coinvolto nel rapporto tra ricerca e tradizione teatrale, espresso in una partitura di considerevole efficacia e attualità drammatica.
Per la brillante ricreazione della comicità acerba del Fortunato inganno o L’inganno felice di Donizetti (Martina Franca, Festival della Valle d’Itria) e l’estroso sfruttamento dello spazio all’aperto del Palazzo Ducale.
Per i ricercati costumi di Manon Lescaut di Puccini (Teatro alla Scala, Milano) e Pagliacci di Leoncavallo (Teatro Alighieri, Ravenna).
Giovane baritono che ha mostrato confortante maturità interpretativa nel repertorio liederistico, praticato con nobiltà espressiva, disciplina e dedizione stilistica di alta scuola.
Manifestazione che ha registrato una rilevante partecipazione di pubblico, per la determinazione artistica e la caparbietà con cui ha assolto al compito di documentare con concerti, incontri e altre iniziative, la musica di un fondamentale autore del nostro tempo.